Consigli per i candidati

GAP lavorativo: come raccontarlo

Come spiegare un gap lavorativo nel CV e al colloquio: guida pratica e consigli

Nel mondo ideale, ogni esperienza lavorativa si sussegue senza interruzioni. Nella realtà, invece, capita a tutti di avere dei momenti di pausa: licenziamenti, scelte personali, malattia, viaggi, studio, burnout o semplicemente periodi in cui “non è andata”.

Il punto non è evitare i gap lavorativi, ma saperli spiegare con sincerità, consapevolezza e valore aggiunto. Ecco come affrontare questo tema, senza paura di penalizzarsi.

Prima di tutto: normalizza l’idea del gap

Il primo passo è cambiare prospettiva. Un periodo di inattività non è una macchia, ma un pezzo della tua storia professionale. In molti paesi (e sempre più anche in Italia), è considerato normale prendersi una pausa tra un lavoro e l’altro. I recruiter non cercano carriere perfette, ma persone autentiche e consapevoli del proprio percorso.

Raccontalo con trasparenza, non con imbarazzo

Evita giri di parole, mezze verità o frasi vaghe come “periodo di transizione”. Se il gap è dovuto a una scelta personale (cura dei figli, studio, viaggio), dichiaralo. Se è stato causato da un licenziamento, spiegalo senza accusare nessuno, sottolineando cosa hai imparato e come hai reagito.

✅ Esempio:
“Dopo la chiusura dell’azienda per cui lavoravo, ho dedicato alcuni mesi alla formazione e all’aggiornamento professionale, focalizzandomi su…”

Valorizza cosa hai fatto durante il gap

Anche se non hai lavorato, probabilmente hai imparato, vissuto, esplorato. Corsi di aggiornamento, volontariato, freelance, viaggi, cura personale o familiare: tutto può dimostrare che sei rimasto/a attivo/a, curioso/a, motivato/a.

✅ Esempio:
“Durante il periodo di pausa, ho seguito un corso di data analysis e collaborato a un progetto no-profit come social media manager.”

Inserisci il gap nel CV e nel colloquio in modo strategico

  • Nel CV: puoi aggiungere una riga come “Periodo di formazione / pausa professionale (mese/anno – mese/anno) – motivazione sintetica + eventuale attività”.
  • Nel colloquio: anticipa la domanda e racconta cosa hai imparato, non solo perché è successo.

❌ Evita: “Sono stato fermo/a, ma ora ho bisogno di lavorare”.
✅ Meglio: “Questo periodo mi ha aiutato a chiarire i miei obiettivi e oggi cerco un ruolo in cui mettere a frutto…”

In sintesi:

I periodi di inattività professionale non vanno cancellati, ma trasformati in elementi di valore. Raccontarli con onestà, intelligenza e autenticità può fare la differenza tra un candidato insicuro e uno consapevole.

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