Il preavviso è il periodo di tempo che intercorre tra la comunicazione della volontà di interrompere un rapporto di lavoro (sia da parte del datore che del dipendente) e la cessazione effettiva del contratto. Durante questo periodo, il lavoratore continua a prestare servizio e ricevere lo stipendio.
Quando un lavoratore decide di lasciare volontariamente il proprio impiego, deve rispettare un periodo di preavviso. Questo è stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), il quale varia a seconda del settore, del livello di inquadramento e dell’anzianità di servizio.
Durata del Preavviso
La durata del preavviso dipende da diversi fattori, principalmente:
Categoria e Livello di Inquadramento: I dipendenti in posizioni dirigenziali o altamente qualificate possono avere preavvisi più lunghi rispetto ai lavoratori operativi. Ad esempio, un impiegato di primo livello potrebbe avere un preavviso di 30 giorni, mentre un quadro o un dirigente potrebbe dover rispettare fino a tre mesi di preavviso.
Anzianità lavorativa: Un lavoratore che ha meno di cinque anni di anzianità può avere un periodo di preavviso più breve (spesso di uno o due mesi), mentre chi ha un’anzianità superiore potrebbe essere soggetto a preavvisi più lunghi, anche fino a tre mesi.
Nel caso di dimissioni volontarie, il dipendente deve comunicare la sua intenzione di lasciare il lavoro e rispettare il periodo di preavviso. Se non lo rispetta, il datore di lavoro potrebbe trattenergli dalla busta paga un’indennità equivalente alle giornate di preavviso non rispettate. Anche il datore di lavoro, in caso di licenziamento, è obbligato a rispettare il preavviso. In caso contrario, dovrà corrispondere al dipendente un’indennità sostitutiva.
Come Presentare le Dimissioni
Dal 2016, in Italia le dimissioni devono essere comunicate telematicamente attraverso il portale del Ministero del Lavoro, oppure tramite l’assistenza di un patronato o sindacato. Questo metodo è stato introdotto per evitare le cosiddette “dimissioni in bianco”, una pratica abusiva da parte di alcuni datori di lavoro.
Una volta comunicate le dimissioni, il periodo di preavviso decorre dalla data di presentazione, salvo il CCNL indichi una diversa decorrenza. Se il lavoratore decide di non rispettare il preavviso, dovrà corrispondere al datore di lavoro un’indennità sostitutiva pari alla retribuzione dei giorni di preavviso non rispettati.
Cosa Succede in Caso di Mancato Preavviso?
Se una delle due parti (datore di lavoro o lavoratore) decide di non rispettare il periodo di preavviso, deve pagare un’indennità sostitutiva. Questa indennità corrisponde alla retribuzione che la parte “penalizzata” avrebbe ricevuto o dovuto pagare per il periodo di preavviso.
Per esempio:
- Se il lavoratore si dimette senza preavviso, dovrà pagare al datore di lavoro una somma pari al salario che avrebbe percepito durante il periodo di preavviso.
- Se il datore di lavoro licenzia un dipendente senza preavviso, sarà obbligato a pagare al lavoratore l’indennità sostitutiva per i giorni di preavviso non lavorati.