Sono quasi 5 milioni l’Italiani che lavorano di domenica e, rispetto agli altri paesi europei, siamo tra gli ultimi posti della classifica tra chi lavora nel giorno festivo per eccellenza. Ma in Italia com’è regolato il lavoro domenicale?
Tra le principali professioni che da sempre lavorano anche la domenica troviamo: medici, infermieri, addetti al soccorso stradale, benzinai, autisti, piloti, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, pasticceri, commessi, ristoratori, albergatori, tabaccai, badanti e altri.
Lavoro domenicale: cosa dice la legge
Il diritto del dipendente ad un giorno di riposo settimanale, finalizzato al recupero delle energie psico-fisiche e alle esigenze della propria sfera privata e familiare, è sancito dall’articolo 36 della Costituzione. Il codice civile (articolo 2109) afferma che di regola questo coincide con la domenica.
Ma il D.lgs. n. 66/2003 consente lo svolgimento della prestazione lavorativa nella giornata di domenica, a patto che il dipendente goda di un riposo compensativo in altro periodo della settimana.
Infatti, in base alle esigenze dell’azienda, è possibile fissare il riposo in un altro giorno della settimana; l’importante è che – come previsto dalla normativa sull’orario di lavoro – ogni dipendente usufruisca di un giorno di riposo (24 ore) dopo un periodo lavorativo di 6 giorni.
Per questo motivo a chi lavora dal lunedì al sabato ed eccezionalmente viene chiesto di lavorare anche di domenica – rinunciando così al giorno di riposo – bisogna riconoscere il diritto al riposo compensativo.
Quanto spetta per il lavoro domenicale
Altra prescrizione è quella di riconoscere per le ore prestate di domenica le maggiorazioni retributive previste dal contratto collettivo applicato, oltre alla normale retribuzione della giornata lavorativa.
Per capire quanto viene pagata la domenica, quindi, bisogna fare riferimento ai singoli CCNL. Eccone alcuni esempi:
- CCNL Commercio: maggiorazione del 30%;
- CCNL Alimentaristi: maggiorazione del 50% che scende al 10% qualora il dipendente scelga di avvalersi del riposo compensativo;
- CCNL Autotrasporti: maggiorazione del 50% per i giorni di lavoro prestati durante le festività infrasettimanali. Per chi lavora la domenica (turno diurno) la maggiorazione è del 20% più il diritto al riposo compensativo, ma se il turno è in notturna la retribuzione viene aumentata del 50% (più il riposo compensativo);
- CCNL Calzature: maggiorazione del 50% per i turni diurni, 60% per quelli notturni;
- CCNL Carta: maggiorazione dell’80% per chi lavora la domenica, più il diritto al riposo compensativo. Per chi lavora nei giorni festivi infrasettimanali, invece, la maggiorazione è del 55%;
- CCNL Chimica: per chi lavora la domenica prevista una maggiorazione del 50% sulla retribuzione (più il riposo compensativo);
- CCNL Editoria e Grafica: maggiorazione del 60%;
- CCNL Meccanica: questo prevede una maggiorazione del 50% per il lavoro festivo nel turno diurno, del 60% per quello notturno. In caso di riposo compensativo la maggiorazione scende al 10% per il diurno e al 35% per il notturno.
- CCNL Tessile: maggiorazione del 38% per il festivo diurno, 54% per il festivo notturno.
Lavoro domenicale: cosa succede in Europa
In nessun Paese il lavoro domenicale è totalmente proibito, anche in nazioni come Grecia, Germania e Francia, che presentano maggiori limitazioni, sono presenti alcune eccezioni e deroghe. Malta, Ungheria, Finlandia e Danimarca hanno introdotto e successivamente abolito le restrizioni sul lavoro domenicale.
In generale, l’unico vincolo posto dall’Unione europea, contenuto nella direttiva sull’orario di lavoro (2003/88/EC), è quello di concedere al dipendente un giorno di riposo dopo sei di impiego, che però non necessariamente deve cadere in un festivo.